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governi precedenti—la somma àgile entrate e del
le spese negli anni del dopo guerra e nel secon
do anno fascista, si assomigliano o variano ap
pena di quel tanto che è nello sviluppo naturale.
L’unica rilevante economia è quella nei lavori
pubblici, lavoro, agricoltura e industria. Ma in
parte la differenza è stata già colmata da suc
cessivi decreti di maggiore spesa (Vedi elenco
dei decreti legge) e in parte si riferisce proprio
a quella parte di spesa che si converte in nuova
ricchezza nazionale (es. lavori pubblici).
XI - SITUAZIONE DI BILANCIO E DI CASSA
CONSUNTIVO 1922-23. — Il Governo fascista
comunica che il Bilancio 1922-23 si chiude con
3.041 milioni di disavanzo, e fa vanto a sè stesso
per averlo ridotto. Ora, prima di tutto, la serie dei
disavanzi, depurata dalle spese eccezionali di guer
ra, era già, come sopra si è dimostrato, la seguente :
1920- 21 milioni 5.249
1921- 22 » 3.255
1922- 23 » 3.041
Cioè era già prima in via di miglioramento.
Quanto al miglioramento sulle previsioni Peano
(4 miliardi), esso non dipende da merito fascista,
ma semplicemente dalla voce « Cambio dei certifi
cati doganali „ per la quale il bj.lancib~T922-23 pre
vedeva un’entrata. di_ . soli 25Ò milioni, mentre in
J letto, per i dazi tutti in oro imposti con la tariffa
doganale 1921, l'entrata è stata nel 1921-22 supe
riore al miliardo, e nel 1922-23 milioni 1.208, cioè
novecentocinqicantotto più del previsto - esattamente
quanti bastano a ridurre il disavanzo da 4.000 a
3.041 milioni, senza alcun merito o contributo fa
scista.
Si aggiunga altresì che la imposta di R. M se
condo i ruoli predisposti dalTAmministrazione coi
Governi passati, ha reso un miliardo in più delle
prime previsioni (2.008 milioni in confronto di 95Ò
previsti); e che mentre negli anni precedenti si erano
segnate tutte le passività dell’antica gestione ap
provvigionamenti, nel 1922-23 si sono bellamente in
scritte le entrate, per 814 milioni.
ESERCIZIO 1923-24 - La stampa fascista stam
pava a grandi caratteri che «Il Governo fascista
aveva ridotto il disavanzo per il 1923-24 a 1186
milioni »; e il segretario generale fascista Michele
Bianchi annunziava nel pubblico discorso a Mila
no tenuto il 26 marzo 1923 per incarico del Capo
del Governo : « posso aggiungere che tra un an
no e mezzo il Ministro delle finanze garantisce il
pareggio del bilancio ».
I competenti chiarirono subito che il disavanzo
vero preveduto dal Governo era di 2616 milioni.
(cioè non molto diverso dalla progressione di
scendente sopra ricordata) e che certamente al
la fine dei conti esso sarebbe stato maggiore
del previsto.
Infatti al 3r ottobre 1923 (cioè dopo soli quat
tro mesi di esercizio) il Governo stesso doveva
annunciare che La pievisione si elevava già a 2838
milioni, per i maggiori impegni che il Governo
va assumendo a getto continuo (vedi elenco dei
Decreti-legge) non solo a carico del bilancio
1923-24, ma anche a carico dei futuri bilanci.
Alcuni Ministeri come quello delle Colonie, de
gli Esteri e dei Lavori Pubblici, che più sono sog‘-
getti all’eventualità di spese straordinarie, hanno
già impegnato quasi tutti i loro fondi per tutto
l’anno e non hanno più disponibili rispettivamen
te che 3, 3 e mezzo, e 78 milioni. Altri, come quel
li della guerra e della marina, hanno vaste dispo
nibilità, ma probabilmente per l’incostante nume
ro delle presenze che porta la nuova ferma pro
lungata; tant’è vero che proprio per essi si so
no stanziati e si chiedono nuovi aumenti.
Il fatto vero è soltanto questo : che al pareg
gio il bilancio italiano era avviato già prima, e
arriverà automaticamente tra brevi anni con la
cessazione delle ricostruzioni delle terre liberate,
con la risoluzione delle riparazioni e debiti alleati,
e con la revisione e la diminuzione del numero
delle pensioni. Il contributo fascista si riduce ad
assai poco.
La situazione di CASSA è buona per quanto di
pende dal naturale e progressivo miglioramento
della situazione italiana; per quanto dipende dal
Governo è stata disordinatamente pletorica, poiché
mentre il Governo in 4 mesi ha assunto impegni
per 6805 milioni a carico del bilancio 1923-24, e ha
fatto pagamenti soltanto per 5579 (compresi i re
sidui passivi degli anni anteriori) aumentando i
contanti in cassa di una somma superiore al mi
liardo. ha continuato nello stesso quadrimestre
a emettere una maggior somma di Buoni ordina
ri al 5 per cento per 283 milioni!
XII - LATRATE TRIBUTARIE
In materia di imposte sono stati promessi da
una parte « sgravi » a quei contribuenti che, prima
dell’avvento del fascismo, avevano organizzato
gli scioperi tributari ; e dall’altra la stampa fasci
sta pubblicava a grandi titoli nel luglio 1923 la se
guente notizia : « t8oo milioni di maggiori en
trate »
La realtà è che le entrate tributarie — dopo il
forte sviluppo negli anni successivi alla guerra,
per mettersi in paro con la svalutazione della lira
e per far fronte ai nuovi aggravi lasciati dietro
a sè dalla guerra — ora sostano in quella cifra
stessa cui esse erano arrivate per i provvedi
menti dei governi precedenti, e tendono natural
mente ad assestarvisi.
I dati ufficiali sono i seguenti ;
Entrate tributarie anno 1920-21 milioni
anno 1921-22 »
anno 1922-23 »
anno 1922 da gennaio a ottobre »
anno 1923 da gennaio a ottobre »
11.069
12.795
12.781
10.782
10.716
Ai dati ufficiali delle entrate tributarie sono
da aggiungere 1059 milioni nel TQ2I-22 e 1.208
nel 1922-23. per le differenze tra la valuta carta e
la valuta oro dei dazi doganali pagati In oro.
Sono così in complesso T4 MILIARDI di im
poste pagate negli ultimi due anni, contro 2 MI-